AUTOEMOTRASFUSIONE - L’autoemotrasfusione è una pratica vietata in campo sportivo dal 1985. Usualmente l’atleta si allena per alcune settimane in quota, o in camere ipobariche dove si possono ricreare condizioni simili. La minor concentrazione di ossigeno in altura stimola la produzione di globuli rossi e aumenta l’ emoglobina. All’atleta viene quindi estratta una quantità di sangue tra i 300 e i 400 cc, successivamente depurata da globuli bianchi e siero. Il sangue risulta così più ricco di ossigeno e consente quindi all’atleta una maggiore resistenza allo sforzo aerobico. La sacca viene congelate e conservata in attesa dell’utilizzo, quando il sangue verrà reimmesso nel corpo dell’atleta. I rischi sono altissimi: aumentano infatti vertiginosamente la densità del sangue e la pressione circolatoria, con pericolo di trombosi e danni cardiovascolari. Riccò è già stato squalificato per 20 mesi nel 2008, dopo essere risultato positivo ai CERA (attivatori continui dei recettori dell’eritropoiesi) al termine di una tappa del Tour de France: se l’autoemotrasfusione dovesse essere confermata, Riccardo Riccò salverà probabilmente la pelle, ma concluderà qui la sua carriera ciclistica. Il passo obbligato per l’UCI sarà la radiazione dell’atleta recidivo.
Francesco Guarino
Come estimatore di Riccardo permettetemelo: fXXculo Riccò!
RispondiEliminaPurtroppo per colpa solo sua abbiamo perso un grande ciclista ....... Meglio un panino in più con el codeghin !!!!!!!!!!
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