mercoledì 9 febbraio 2011

QUESTO ARTICOLO PER CHIUDERE DEFINITIVAMENTE L'ARGOMENTO.

AUTOEMOTRASFUSIONE - L’autoemotrasfusione è una pratica vietata in campo sportivo dal 1985. Usualmente l’atleta si allena per alcune settimane in quota, o in camere ipobariche dove si possono ricreare condizioni simili. La minor concentrazione di ossigeno in altura stimola la produzione di globuli rossi e aumenta l’ emoglobina. All’atleta viene quindi estratta una quantità di sangue tra i 300 e i 400 cc, successivamente depurata da globuli bianchi e siero. Il sangue risulta così più ricco di ossigeno e consente quindi all’atleta una maggiore resistenza allo sforzo aerobico. La sacca viene congelate e conservata in attesa dell’utilizzo, quando il sangue verrà reimmesso nel corpo dell’atleta. I rischi sono altissimi: aumentano infatti vertiginosamente la densità del sangue e la pressione circolatoria, con pericolo di trombosi e danni cardiovascolari. Riccò è già stato squalificato per 20 mesi nel 2008, dopo essere risultato positivo ai CERA (attivatori continui dei recettori dell’eritropoiesi) al termine di una tappa del Tour de France: se l’autoemotrasfusione dovesse essere confermata, Riccardo Riccò salverà probabilmente la pelle, ma concluderà qui la sua carriera ciclistica. Il passo obbligato per l’UCI sarà la radiazione dell’atleta recidivo.
Francesco Guarino

2 commenti:

  1. Come estimatore di Riccardo permettetemelo: fXXculo Riccò!

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  2. Purtroppo per colpa solo sua abbiamo perso un grande ciclista ....... Meglio un panino in più con el codeghin !!!!!!!!!!

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