giovedì 10 aprile 2014

DE RONDE


Eravamo rimasti alla sveglia..


prima di qualsiasi altra granfondo, i bus che fanno la spola da Oudenaarde allo start ufficiale di Brugge partono alle 5,30.. per il Biro, il Simo, il Faz e il Lollo della Berner il viaggio è l'occasione per mangiare qualcosa in più e tirare un'ultima, grassa ronfata.


Non è ancora chiaro in cielo che arriviamo allo stadio di Brugge.
Ultima chance per il Simo Valenti di liberarsi da un "peso" insostenibile..
Lasciamo come i pro la nostra "borsa del freddo" al furgone dell'organizzazione che farà tappa al 150mo km per rifornirci di viveri e all'occorrenza di abbigliamento. Un'organizzazione veramente impeccabile.


La partenza ufficiale è qualche km più avanti, al Grand Markt in pieno centro. Ma l'italico desiderio di caffè è più forte, e prima di muoversi si fa tappa ad un caratteristico bar della piazza, che di caratteristico ha pure la lentezza dei camerieri..
Ed è così che, assieme ai Lobos nel frattempo sopraggiunti, riusciamo a partire a filo delle 8,00, per poco fuori dal tempo massimo consentito!


I primi 100 e passa km filano via lisci. Piattone, vento contro, s'intende. Siamo, dopotutto, in Belgio. Qua il vento è di casa..
Un colpo in testa a tirare il gruppo, un colpo in coda a un tandem che sfreccia ai 40 orari sulla ciclabile a bordo strada. Fantastico!


Al primo ristoro, paesino sperso nella campagna belga, la banda musicale ad accoglierci. Che atmosfera! Tanta roba!

Il Simo Valenti avvista in mezzo al gruppo una maglia di Turnover. Si avvicina, gli chiede se è da solo. Questi gli risponde di sì, e gli chiede "di dove sei?". Il Simo, in piena sfoggia della sua divisa Berner, stupito di non essere riconosciuto "di Verona.." E questo "anche io!"

Il Simo ribatte "lo so"
E questo "..come fai a saperlo?!"
...

Perplesso, il nostro compare di avventura rientra nei ranghi..



Ma Oudenaarde è oramai in vista, e i muri cominciano, a raffica.. uno dietro l'altro. Wolvenberg, Molenberg, Leberg, per cominciare.
Il pavè è tosto da affrontare, in salita.
Ma ancor peggio, in pianura.. e peggio del peggio, in discesa.. gli scossoni degli 2,3km del Paddestraat, o del Kerkgate sono indescrivibili.. il Biro perde il contenuto del borsello sottosella, letteralmente scucito e sventrato dalle vibrazioni.



Ed ecco il primo dei più tremendi..
Il Koppenberg, 22% di pendenza massima. Da sotto, ci potete credere, fa impressione a vedersi.. nel punto più duro, moto dell'organizzazione che si inchioda e si spegne. Il Biro mette il piede a terra. Imbelvato. Ma alla fine della fiera, anche i pro salgono a piedi qui, poco male.. pazienza..


Ma ogni muro è una festa, gente che urla, che incita, applaude. C'è la musica. E che carica che ti danno! E' incredibile, tutta sta gente a guardare noi che passiamo, che in fondo non siamo nessuno..

In cima ad ogni ascesa ci raggruppiamo, e via si sfreccia verso il prossimo strappo. Quelli tutti in asfalto, ti sembra neanche di far fatica, in confronto..


Ultima sequenza finale, Oude Kwaremont, lungo e infinito nei suoi oltre 2km, e il Paterberg, altra pontara da garage al 20%.
E pensi, arrancando, che qui lo scorso anno Cancellara è partito, lasciando Sagan alla porta..


Ultimi 10km di pianura, e il rettilineo finale.
Oramai a solo un km il traguardo dove Boonen ha messo in riga Pozzato e Ballan.. quasi non ci credi di esser lì.


Tagliamo il traguardo tutti assieme.. foto di rito e poi via.. le congratulazioni vengono meglio con un bicchiere di Ename Blond in piazza a Oudenaarde.
Anche qui, è tutta una festa! Pieno di gente, musica!


Non è solo il percorso ad esser bello, ma anche tutto il contesto, l'atmosfera che c'è tutta intorno.


Recuperiamo il nostro Simone Lovato che, cimentatosi sul percorso medio, si è ritrovato una volta arrivato imbottigliato nel traffico, e nell'impossibilità di rientrare all'albergo.. ha dormito nel furgone!

Esperienza unica, le Fiandre sono veramente la patria del ciclismo.
E dopo un meritato stufato alla birra con patate fritte, è l'ora del meritato riposo..

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