mercoledì 13 maggio 2015

OGNI PROMESSA E' DEBITO..

Millantava di essere un percorso duro e selettivo.
Ed è stata di parola, questa Flèche d'Alpone, scritta a sei mani dal teribbile trio Nero, Claudiano e Cugne.

Percorso sin da subito impegnativo, impreziosito al momento giusto e nel posto giusto di adeguati elementi. Come il terrificante contributo del Buffa in Val d'Illasi.
Quello che per i più era un incubo, è diventato cruda realtà, e per far desistere la locomotiva vicentina alcuni temerari hanno sacrificato un polmone nel tentativo di distrarlo chiacchierando più amabilmente, meno comodamente, del più e del meno.

Ma le salite vere e proprie sarebbero cominciate di lì a breve: la Còte du Bogònn, la doppia ascesa a Vestenanova (di chiara ispirazione Custozagoldraciana, con il suo multiplo assedio a Cavriana) e il (secondo le parole del Nero) "pedalabile" Monenberg, teatro di distrazioni mondane con il Dancing Valente lungo la strada, per poi culminare alle laudazioni di Santa Maria del Cammino sulla propria vetta, hanno caratterizzato la prima parte di gara. 


La selezione, sempre sotto lo sguardo attento dei fans, è stata implacabile, con in testa i "soliti noti" a sfidare con arroganza la forza di gravità. A farne le spese il gruppo velocisti, composto dal Biro, dal Presidentissimo e dal Gughi, che chiudono le fila della corsa prima del carro scopa.

Merlino ed il Buffa, ritenuto esaurito il proprio lavoro di giornata, optano per un rientro anticipato lungo la Val d'Alpone. E mentre per il resto del gruppo la feed zone è localizzata in quel di Chiampo, dove Riccardino supportato da un pool di esperti nutrizionisti espleta le formalità del rifornimento in preparazione delle prossime salite, rimanendo rigorosamente in piedi per timore di dover pagare anche il "servizio al tavolo", Merlino interpreta a modo proprio il pit stop, e si ferma a Soave per un reintegro di sali minerali e malto(molto malto)destrine.

Il lavoro d'equipe deve aver evidentemente dato i propri frutti, visto che a Brognoligo, sull'erta più impegnativa di tutto il tracciato, Riccardino scatta come una molla puntando dritto come un razzo verso la Fittà. E chi l'ha visto più..

La prova si conclude ufficialmente sul Muur de Cologny. Il plotone si raggruppa nuovamente davanti alla trattoria al Portico, mentre al suo interno già le posate sferragliano sul carrello dei bolliti domenicale, prima di avviarsi per il trasferimento verso casa.

 Il commento del consulente tecnico, cugino di terzo grado di Gigi Sgarbozza, interpellato dall'emittente belga Sporza racchiude in poche parole l'essenza dell'avventura di giornata.

Un Sir Biroli invece quest'oggi alla frutta, intervistato dai microfoni della GazzaTV, ha potuto solamente esprimere i concisi, brevi ma altrettanto diretti concetti che l'hanno accompagnato per tutta questa Freccia.

Ancora un sentito complimento alla Triade per aver saputo plasmare cotanto percorso!

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