Oggi è l’ultimo giorno di ritiro per il Nero e Ale Bona.
Optiamo per un giro che non è né di scarico né troppo
impegnativo. Almeno sulla carta.
Colazione e partiamo, rigorosamente col mangiare ancora
sullo stomaco, direzione Bolgheri e Bibbona. Per oggi, ci va di esplorare la
zona dell’entroterra di Cecina, questa sconosciuta.
La prima salita non appare molto impegnativa. Almeno
sulla carta.
A Guardistallo il Cugne ha modo di testare la propria
conoscenza del toscano, evidentemente appreso per corrispondenza alla Scuola
Radioelettra, e rivolgendosi ad un anziano villico chiede “oh che ce sta un bar
da ste parti?”, con un orrendo blend fra toscano, veneto ed una puntina di
laziale..
Se non l’ha mandato a quel paese costui, temiamo che si
possa ora – a torto - ritenere promosso a pieni voti.
Un bel discesone veloce ci porta verso la Statale della
valle del Cecina.
Che, evidentemente, non è solo la città, ma pure un
fiume. Più o meno grande che sia, noi si fa anche lezioni di geografia.
Prima tratta vento a favore, bel piattone e velocità
sostenuta ma sostenibile.
Poi svolta a destra, cambia il vento, cambia la pendenza
e la velocità cala. E passa il Nero in testa..
Solito copione, solita inconscia progressione del Nero.
Quando dietro si cominciano a perdere un po’ di pezzi, lo si invita a calare
l’andatura.
Ma niente da fare, non ce la fa: tempo 2 minuti e
accelera di nuovo in progressione.. è più forte di lui.
Ancor una volta dimostra di avere 2 velocità: o è fermo,
o non scende sotto i 35 orari. Ma gli vogliamo bene anche così.
La salita che conduce all’ameno borgo di Sassa, par
essere non troppo impegnativa. Almeno sulla carta.
E forse, dico forse, dopo la tirata in fondovalle, per
qualcuno potrebbe sembrare anche la salvezza.
Si, più o meno sino al punto in cui le pendenze non
arrivano a toccare il 10% e oltre..
Ma il caratteristico borgo ed il panorama ripagano
ampiamente la fatica, e dopo un “rapido” caffè nell’unico alimentari/bar e
nonsocos’altro del paese, riprendiamo la strada prima percorsa in discesa.
Dal fondovalle al bivio di Canneto sulla strada che ci
riporta in direzione di Castagneto, la distanza non dovrebbe essere molta.
Almeno sulla carta.
Come in ogni gran film che si rispetti però, colpo di
scena: strappo finale prima di arrivare in paese. Con i più sentiti
ringraziamenti di Ale Bona.
“se alla fine di questa settimana cambierò sport, saprò
chi ringraziare”, sentenzia.
Ma coraggio. Non manca molto alla fine.
La risalita per Monteverdi Marittimo non dovrebbe essere
lunga. Almeno sulla carta.
E – vivadio – almeno questa volta le pendenze si rivelano
non eccessivamente impegnative.
Poi, da Monteverdi tanto è tutto falsopiano, più o meno
in discesa..
Almeno sulla carta..
Quello che sulla carta in realtà non c’è scritto, è il
maledettissimo vento contro che batte, inesorabile, tutta la strada sulla
dorsale. Sino all’imbocco della discesa vera e propria, par di pedalare contro
un muro..
Ma ora di strada, finalmente in giù, ne manca veramente
poca.
All’hotel, un Beta mai domo propone di prolungare la
pedalata sino a Bolgheri. Il Mario, il Cugne e il Presidente rispondono
all’appello. La solita “sgambata” che si trasforma al rientro in una cronometro
controvento..
Salutiamo i partenti, i quali nel frattempo si sono
sbaffati una fiorentina alla brace.
E da qui, comincia il post-allenamento..
Pomeriggio libero.
Il modo più intelligente per sfruttare quel che resta del
giorno è.. far visita ad un paio di cantine della zona!
Assaggi, descrizioni approfondite dei prodotti e qualche
compera ci scappa.. tappa finale in enoteca a Bolgheri per un assaggio dei
vinelli top della zona..
E dopo cotanto reintegro, ci aspetta – meteo
permettendo – l’ultima giornata.
Nessun commento:
Posta un commento